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Gradara e la storia di Paolo e Francesca

L’antico borgo medievale di Gradara, circondato dalle sue mura merlate, sorge a pochi chilometri dalla Riviera Adriatica, al confine tra Emilia Romagna e Marche. Dal punto più alto del colle (142 m sul livello del mare), la rocca domina la manciata di case che formano il villaggio. In luglio e agosto, Gradara è letteralmente presa d’assalto dai turisti e si susseguono le rievocazioni storiche in costume che, con la loro atmosfera medievale, consentono di fare un viaggio nel passato. Ma c'è un motivo per cui la rocca è ancora più famosa: fu teatro nel settembre del 1289 dello sfortunato amore tra Paolo e Francesca, descritto da Dante nel V Canto dell’Inferno. Nella stanza di Francesca si può vedere il leggio che reggeva il libro “galeotto” in cui si narravano gli amori proibiti di Lancillotto e Ginevra e la botola di accesso al passaggio segreto che permetteva a Paolo di raggiungere l’amata.

Ma chi sono Paolo e Francesca?

Francesca da Polenta era la figlia di Guido Minore Signore di Ravenna e Cervia che, nel 1275, la promette in sposa a Giovanni Malatesta detto Gianciotto, figlio di Malatesta da Verucchio detto il Mastin Vecchio. Malatesta da Verucchio aveva 4 figli: Giovanni, Paolo il Bello, Malatestino dall’Occhio e Pandolfo. I Malatesta erano guelfi, come Guida da Polenta, signore di Ravenna, e per rafforzare la loro alleanza venne deciso il matrimonio tra il primogenito Gianciotto, valoroso uomo d’armi, e la bellissima Francesca, figlia di Guido. Dal momento che Gianciotto era tutt’altro che avvenente, a Francesca venne presentato Paolo "il Bello", attraverso il quale Gianciotto la sposò per procura nel 1275.

“Galeotto fu’l libro e chi lo scrisse”

Quando Francesca capì chi era davvero il suo sposo cadde nello sconforto. In seguito Gianciotto divenne Podestà di Pesaro. Una disposizione dell’epoca proibiva al Podestà, che doveva essere straniero per offrire maggiori garanzie d’equanimità, di portare con sé la famiglia nella nuova città, e così Francesca andò a vivere nella vicina rocca di Gradara, costruita per ordine del Mastin Vecchio. In quel periodo di solitudine, solo le visite del cognato Paolo sembrano rallegrarla. I due diventano amanti e, quando Gianciotto li scopre, cieco d’ira, li uccide entrambi. Si dice che Gianciotto volle vendicarsi facendo precipitare il corpo del fratello in uno dei trabocchetti della rocca, mentre rinchiuse il corpo dell’amata Francesca in un antico sarcofago. Se ne perse ogni traccia finché, quasi cinque secoli dopo, durante alcuni lavori di restauro venne trovato un sarcofago nel quale erano custoditi i resti "di una nobile dama avvolta in seriche vesti". Torre dell'Orologio

La storia di Paolo e Francesca ha ispirato molti artisti

La tragica fine di Paolo e Francesca ha ispirato pittori e letterati di tutti i tempi. Ingres dipinse addirittura sette versioni dello stesso quadro, variandone solo qualche piccolo particolare. Dopo di lui, molti altri li ritrassero, da Giuseppe Bezzuoli a Mosè Bianchi e Dante Gabriel Rossetti, da Gustave Dorè, il più grande illustratore della Divina Commedia, ad Auguste Rodin e Gaetano Previati. Ne scrissero Edoardo Fabbri, Silvio Pellico e D’Annunzio, che vide in quella storia d’amore calpestato, il simbolo di un Medioevo dove la violenza e l’inganno soffocavano qualsiasi sentimento umano. La sua Francesca da Rimini, per la prima volta rappresentata a Roma nel dicembre 1901 con una struggente interpretazione di Eleonora Duse, venne poi musicata da Riccardo Zandonai, che ne fece il suo capolavoro. In un film del 1949, con Odile Versois e Armando Francioli come protagonisti e un giovanissimo Roberto Murolo nelle vesti del giullare di corte, il regista Raffaello Matarazzo preferisce dimenticare i riferimenti classici della storia per farne un grande melodramma popolare. Probabilmente questa cupa vicenda medievale non avrebbe ispirato tanti quadri, tragedie e melodrammi se in ogni artista non si fosse impressa nella mente la sofferta confessione di Francesca, che nemmeno tra i gironi dell’Inferno volle rinnegare l’amore per Paolo. Dopo tanti anni, il suo dolente "amor ch’a nullo amato amar perdona" ritorna nella nostra memoria con l’emozione che ci colse la prima volta, quando la poesia di Dante rese improvvisamente più vicino, comprensibile e "nostro" un tempo fino ad allora estraneo e lontano.

Curiosità: nella Rocca di Gradara solo amori sfortunati...

Dalla vicenda di Paolo e Francesca in poi, entro le mura di Gradare si sarebbero consumati soltanto amori infelici. Alla fine del Quattrocento, passata sotto il dominio degli Sforza, la rocca ospitò Giovanni, che per accogliere la giovane moglie Lucrezia Borgia, figlia di Rodrigo (il futuro papa Alessandro VI), volle rendere l’antico castello medievale "luogo dilettevole e da pigliar piacere". Le sale d’armi furono trasformate in ampie stanze luminose. La volta e le pareti del "salotti di Lucrezia" furono completamente ricoperti da splendidi affreschi, dove la bellissima castellana veniva ritratta sotto le sembianze della dea Fortuna. Autore dei dipinti fu forse Giovanni Santi, padre di Raffaello, che in quegli anni lavorò a Gradara. I tentativi di Giovanni Sforza per circondare la moglie di agi e bellezze artistiche non servirono ad evitare la fine del suo matrimonio: il papa Alessandro VI lo costrinse ad accettare l’annullamento e a cedere i suoi possedimenti al figlio Cesare Borgia. Gli anni passarono ma le castellane ebbero sempre un posto centrale nella storia della rocca; tanto che, quando divenne dominio dei Della Rovere nel 1513, furono le loro mogli, Eleonora Gonzaga, Vittoria Farnese e Lidia Della Rovere, che resero famosa Gradara con feste favolose e sontuosi banchetti.

Note pratiche per la visita del castello

  • Apertura: dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 18.30; lunedì dalle 9.30 alle 14 (da marzo anche il lunedì pomeriggio)
  • Accessibilità: la struttura è dotata di ascensore ed è disponibile un accesso facilitato da via dei Cappuccini (più info: gradara.org/gradara/castello-gradara)
  • Visite guidate: Experience, Exclusive tour, Deluxe romantic tour, Il Giullare (per famiglie)
  • Biglietti: Intero (da 25 anni): € 9; Ridotto (18-24 anni): € 3; Gratuito: under 18. Altre info sui biglietti: gradara.org/prenota-gradara

Mappa

Luoghi di interesse
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